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Tre domande a .... Renzo Bionda

 

L’incontro di Coppa Svizzera ACB – GCZ ricorda a tutti la vittoria di 2 anni fa; chi ha qualche anno in più non avrà però certo dimenticato che nel magico anno 1969 le squadre delle capitali ticinese e zurighese s’incontrarono pure in occasione di una memorabile semifinale. In una fredda giornata di marzo, davanti a qualcosa come 15'000 spettatori, l’ACB staccò il biglietto per Berna battendo il Grasshopper per 2-1 ed il capitano di quella squadra era Renzo Bionda.

Renzo ora è consulente presso la sede cittadina dell’assicurazione Allianz e lo abbiamo incontrato giovedì pomeriggio per porgli 3 domande.

 

Renzo parlaci dell’ACB dei tuoi tempi, cosa ti viene in mente della squadra della stagione 1968-69 ?

I ricordi non sono più freschissimi però ti posso dire che mi ricordo di quegli anni (non solo strettamente della stagione 1698-69) come degli anni d’oro dell’ACB. Nelle nostre fila c’erano giocatori di prim’ordine quali Eichenberger, Sörensen, Benkö, Ghilardi, Genazzi, Rebozzi, Paglia, Guidotti, Gottardi, Frigerio, Tagli, Nembrini, ecc. Sörensen era l’unico straniero, Benkö era l’unico svizzero non ticinese mentre gli altri erano tutti giovani del cantone (tanti di Bellinzona e dintorni) e l’allenatore era Carlo Pinter. Finimmo il campionato al terzo o al quarto rango ma sicuramente la finale di coppa fu più importante. Purtroppo il San Gallo, che finì quart’ultimo a fine stagione, ci sconfisse ma mi ricordo bene la magia di quel giorno. Penso ancora a tutti i nostri tifosi che ci raggiunsero a Berna, non bisogna dimenticare che allora le vie di comunicazione non erano certe quelle di adesso, ma malgrado questo grave svantaggio i granata al nostro seguito erano sempre un numero importante. Al Comunale avevamo una media superiore alle 10'000 unità, con punte di 17'000 per i derbies con il Lugano. Eravamo una squadra con quasi esclusivamente di giocatori di 25 – 27 anni, indubbiamente scendevamo in campo con il cuore in mano, ma bisogna pure sottolineare che tecnicamente eravamo una compagine di prim’ordine, in Svizzera (se giudicati come gruppo) non eravamo secondi a nessuno.

 

Con una squadra del genere immaginiamo che le sfide con il Grasshopper erano di cartello ?

Indubbiamente, nel corso della stagione 1968-69 vincemmo tutti e 3 i confronti diretti (in casa quello di campionato finì 3-1) mentre nel campionato successivo mi ricordo bene che noi avemmo un inizio difficile mentre il GCZ vinse tutte le prime 6 partite; alla settima giornata scendemmo sul campo dell’Hardturm e finì 5-4 per noi ! Il ricordo più nitido che ho delle sfide con il Grasshopper è quello del duello a centrocampo tra Michi Rebozzi e Owe Grahn, il più forte giocatore svedese di quel tempo (si diceva che gli zurighesi l’avessero pagato oltre 650'000 franchi); entrambi gli atleti avevano un fisico non indifferente e definirei i loro duelli quali micidiali. Lo svedese in Svizzera faceva paura un po’ a tutti gli avversari ma quando giocava contro di noi doveva vedersela con Rebozzi e ti posso assicurare che se battevamo spesso i blasonati avversari era perché Michi era superiore al suo diretto avversario. Nelle fila zurighesi militavano giocatori di grande qualità come Blättler, Gröbli (poi venuti a giocare in Ticino), Fuhrer (capitano della nazionale), Bernasconi (ala destra che nessun terzino voleva mai marcare), Bigi Meyer, Ruegg (entrambi nazionali), Toni Alleman (di rientro dall’esperienza in serie A italiana con il Mantova), ecc.; insomma il Grasshopper è sempre stato uno squadrone, quello della fine anni sessanta/inizio anni settanta non faceva eccezione ma noi vincemmo la maggior parte degli scontri diretti.

 

Facciamo un salto di 35 anni, cosa dici dell’ACB attuale ?

Prima di tutto vorrei ricordare Diego Albertoni, per me una bandiera in tutti i sensi dell’ACB. Non ha proprio mai mollato fino alla fine. Ai nostri tempi fungeva da massaggiatore, responsabile del materiale, assistente di tutti, … in poche parole era il nostro secondo padre. Ai suoi funerali c’erano moltissimi personaggi che sono transitati all’interno dell’ambiente granata nel corso degli ultimi 40 anni e solo questo aspetto ha un significato ben superiore a qualsiasi discorso. Diego sarà sempre nel mio cuore.
Per parlare del calcio granata di oggi penso che dobbiamo ringraziare Dellacasa se a Bellinzona abbiamo ancora una squadra di Divisione Nazionale. Mi chiedo cosa avremmo fatto solo con le nostre forze, insomma 12 mesi fa eravamo ad un punto dove mancava solo il presidente mentre i fondi necessari per mandare avanti la società c’erano e malgrado questa situazione ancora oggi non abbiamo un presidente indigeno. Penso proprio che bisogna analizzare la situazione attuale partendo dalla domanda: Bellinzona riuscirebbe da sola a mantenere una squadra in Divisione Nazionale. Per tornare a Dellacasa, voglio aggiungere che gioca con quel gruppo di atleti (intendo a livello di numero e di qualità generale) che la situazione finanziaria in casa granata gli ha permesso di riunire.

 

Grazie di cuore Renzo per il tempo che ci hai dedicato. Da parte nostra siamo pienamente d’accordo con alcune tue riflessioni, anzi poniamo una domanda a tutti: di propria iniziativa Bellinzona cosa ha fatto per la propria squadra ?
Ma prima di tutto viene l’incontro di sabato sera, siamo sicuri che ACB-GCZ stimolerà i nostri giocatori a mostrare a tutta la Svizzera il loro vero valore. E’ chiaro che le premesse sono tutt’altro che ideali ma è l’occasione perfetta per dare una risposta chiara a tutti coloro che criticano la rosa (giocatori e staff tecnico) attuale dell’ACB e la definiscono senza carattere.

 

7 novembre 2002